Josef Koudelka è considerato uno dei grandi maestri, fedele al suo bianco e nero, il fotografo ceco ha catturato la fragilità dello spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici. Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro. La vita intera di Koudelka è permeata dal solo bisogno di fotografare. Le vendite dei suoi libri l’hanno aiutato a viaggiare.
Josef Koudelka is considered one of the great masters of photography. True to his black and white of him, the Czech photographer captured the fragility of the human spirit against the backdrop of melancholy landscapes. Desolation, abandonment, departure, despair and alienation are constant themes in his work. Koudelka's entire life is permeated by the mere need to photograph. Sales of his books helped him travel.
Josef Koudelka, nato in Moravia, ha realizzato le sue prime fotografie da studente negli anni '50. Più o meno nello stesso periodo in cui iniziò la sua carriera come ingegnere aeronautico nel 1961, iniziò anche a fotografare gli zingari in Cecoslovacchia e il teatro a Praga. Si è dedicato a tempo pieno alla fotografia nel 1967.
L'anno successivo, Koudelka ha fotografato l'invasione sovietica di Praga, pubblicando le sue fotografie con la sigla PP (Prague Photographer) per paura di rappresaglie a lui e alla sua famiglia. Nel 1969, è stato insignito in forma anonima della medaglia d'oro Robert Capa dell'Overseas Press Club per quelle fotografie.
Josef Koudelka, born in Moravia, made his first photographs as a student in the 1950s. Around the same time he began his career as an aeronautical engineer in 1961, he too began photographing Gypsies in Czechoslovakia and theater in Prague. He devoted himself full time to photography in 1967.The following year, Koudelka photographed the Soviet invasion of Prague, publishing his photographs under the abbreviation PP (Prague Photographer) for fear of reprisals to him and his family. In 1969, he was anonymously awarded the Robert Capa Gold Medal of the Overseas Press Club for those photographs.
Zingari, li incontra agli inizi degli anni Sessanta in un concerto di
musiche tzigane. Da allora non li abbandonerà più, superando tutti i pregiudizi, allora come oggi, sui cigani come vengono chiamati in ceko, che rubano, uccidono e sono inaffidabili. In un girovagare continuo, con un uso straordinario della pellicola in bianco e nero, Josef Koudelka tra il 1962 e il 1971 documenta la vita quotidiana dei cigani in Boemia, Moravia, Slovacchia, Romania, Ungheria, Francia e Spagna. Il suo non è un lavoro politico né antropologico.
Gypsies, he meets them in the early sixties in a concert of Gypsy music. Since then he will never abandon them, overcoming all the prejudices, then as now, about the cigani as they are called in Czech, which steal, kill and are unreliable. In a continuous wandering, with an extraordinary use of black and white film, Josef Koudelka between 1962 and 1971 documents the daily life of the Cigani in Bohemia, Moravia, Slovakia, Romania, Hungary, France and Spain. The of him is neither a political nor an anthropological work.