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Blog dedicato alle Arti Visuali

 

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Pasolini il più grande trai i grandi Artisti del 900 Pasolini #Pasolini the greatest of the great artists of

2021-12-03 17:04

Marcello

History of Photography Storia della Fotografia,

Pasolini il più grande trai i grandi Artisti del 900

I primi contatti di Pier Paolo Pasolini (1922-1976) con il mondo del cinema avvengono a Roma, nel 1950, quando scrive sceneggiature per Mauro Bolognini e Mario Soldati. Il primo film da regista, Accattone lo realizza nel 1961 descrivendo una borgata romana, un luogo emarginato ma incontaminato, in cui vivono personaggi che proprio perché dimenticati da tutti conservano una serie di qualità - grazia interiore, schiettezza di modi, capacità poetica di sognare il futuro - che il mondo del benessere ha perduto per sempre. Pasolini segue in particolare il protagonista, si concentra su ogni sua espressione, mette in evidenza tutta la sua rozzezza. La sua tecnica non è però quella del Neorealismo*; il suo cinema, infatti, in questa prima fase che appare come la trascrizione in immagini dei suoi primi romanzi, guarda più ai suoi referenti figurativi e culturali, da Masaccio a Piero della Francesca fino al Pontormo, che non alla tradizione cinematografica. Ecco perché i suoi primi piani cercano le rughe del volto, le pieghe scure sulla fronte del protagonista; ecco perché le sue figure sono tendenzialmente statiche e il loro movimento è affidato più alla musica di Bach che agli spostamenti della macchina da presa. Il film, come molti altri di Pasolini, si chiude con una morte che arriva come una forma di liberazione da una vita sempre uguale a se stessa.

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Morirà anche il protagonista di Mamma Roma (1962), un altro sottoproletario per il quale la madre sognava un futuro piccolo-borghese; morirà sulla croce - per indigestione - il protagonista de La ricotta (1963), mentre interpreta, nel film che si gira all'interno del film, la parte del ladrone accanto al Cristo; moriranno su un mucchio di rifiuti i due burattini (Totò e Ninetto Davoli) di Che cosa sono le nuvole (1967), nell'istante stesso in cui cercano di evadere dal palcoscenico, spazio-simbolo della loro costrizione. E in fondo si tratta sempre dello stesso personaggio: un sottoproletario che, nel primo caso, soccombe di fronte alla società del benessere, nel secondo perisce realmente e per quello che è (un povero disperato che non ha di che mangiare), in contrasto con la finzione cinematografica che si concentra sulla morte di Cristo, nell'ultimo infine viene sconfitto nel momento in cui esce dalla metaforica condizione di emarginazione, pur se confortato dalla visione delle nuvole, inedita per i burattini.

Con una morte si chiudeva anche Uccellacci e uccellini (1966), sebbene non vedesse coinvolti i protagonisti principali - un padre e un figlio che girano per il mondo animati da grandi ideali - ma un insopportabile "corvo marxista", metafora di un momento difficile della sinistra italiana che, dopo la morte di Togliatti, avvenuta nel 1964 e che chiudeva un'epoca e una strategia politica, si trovava in pieno periodo di riflessione.

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The first contacts of Pier Paolo Pasolini (1922-1976) with the world of cinema took place in Rome, in 1950, when he wrote screenplays for Mauro Bolognini and Mario Soldati. The first film as a director, Accattone made it in 1961 describing a Roman village, a marginalized but uncontaminated place, where characters live who, precisely because they are forgotten by all, retain a series of qualities - inner grace, honesty of manners, poetic ability to dream the future - which the world of wellness has lost forever. Pasolini particularly follows the protagonist, focuses on every expression of him, highlights all the roughness of him. His technique, however, is not that of Neorealism *; his cinema, in fact, in this first phase which appears as the transcription in images of his first novels, looks more to his figurative and cultural references, from Masaccio to Piero della Francesca to Pontormo, than to the cinematographic tradition. This is why the close-ups of him look for the wrinkles of the face, the dark folds on the forehead of the protagonist; this is why his figures tend to be static and their movement is entrusted more to Bach's music than to the movements of the camera. The film, like many others by Pasolini, ends with a death that comes as a form of liberation from a life that is always the same as itself.

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The protagonist of Mamma Roma (1962) will also die, another underclass for whom his mother dreamed of a petty-bourgeois future; she will die on the cross - from indigestion - the protagonist of La ricotta (1963), while she plays the part of the thief next to Christ in the film that is shot within the film; the two puppets (Totò and Ninetto Davoli) of What are the clouds (1967) will die on a pile of waste, at the very moment in which they try to escape from the stage, the space-symbol of their constraint. And basically it is always the same character: an underclass who, in the first case, succumbs to the society of well-being, in the second he really perishes and for what he is (a desperate poor man who has nothing to eat), in contrast to the cinematic fiction that focuses on the death of Christ, in the latter is finally defeated when he comes out of the metaphorical condition of marginalization, even if comforted by the vision of the clouds, unprecedented for the puppets.

Uccellacci e uccellini (1966) also ended with a death, although it did not involve the main protagonists - a father and son who travel the world animated by great ideals - but an unbearable "Marxist crow", a metaphor for a difficult moment of Italian left which, after the death of Togliatti, which occurred in 1964 and which closed an era and a political strategy, was in the middle of a period of reflection.

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